giovedì 30 gennaio 2014

Addio FIAT. Basta tasse all'Italia?

Chi non ha sentito parlare, in questi giorni, del nuovo assetto e della nuova nazionalità che avrà il colosso della produzione di automobili Fiat-Chrysler?

Ebbene, dobbiamo dire addio alla nostra amata FIAT. Il nuovo gruppo si chiama FCA: Fiat Chrysler Automobiles. Ma il nome non è l'unica novità!
Qui di seguito elenco alcuni cambiamenti spiegando in maniera semplice che cosa ha portato a queste scelte che, agli occhi di qualcuno, potrebbero forse apparire strane o inspiegabili.

NUOVA SEDE LEGALE: Olanda. La motivazione va ricercata nel fatto che qui vi sono norme societarie tra le più moderne e liberiste. FCA sarà sottoposta al diritto societario olandese.

NUOVA RESIDENZA FISCALE: (probabilmente) Londra. Il motivo è palese: vi è un trattamento fiscale molto minore. Sempre più imprese internazionali scelgono il Regno Unito come sede fiscale.

SARA' QUOTATA alla borsa di New York, e avrà un secondo listino a quella di Milano.



MA QUINDI LA FIAT, O MEGLIO, LA FCA, NON PAGHERA' PIU' TASSE ALL' ITALIA?

Questo è l'aspetto più saliente e, forse, meno comprensibile. 
Occorre innanzitutto chiarire che FCA pagherà ancora le tasse legate sulle attività svolte allo Stato Italiano, come agli altri stati in cui opera. Il beneficio di spostare a Londra la residenza fiscale sarà quello di pagare MENO TASSE SUI DIVIDENDI, cioè le parti di utile che, a fine anno, vengono distribuite agli azionisti.

Immaginate di detenere delle azioni di FCA. A vuoi spetta una parte di utile della società, in base alla percentuale di azioni che detenete. Questo utile è gia al netto delle imposte di competenza dell'anno in cui è stato realizzato: l'azienda ha quindi già pagato le tasse sul reddito realizzato. E' chiaro che gli azionisti, in quanto destinatari dell' utile distribuito, desiderano pagare meno tasse possibili per percepirlo. Questo il motivo della scelta (non ancora definitiva) della Gran Bretagna come sede fiscale.

IMPATTO SULL'OCCUPAZIONE
Sergio Marchionne ha dichiarato oggi: "non vi sarà nessun impatto sui posti di lavoro". Forse non direttamente: FIAT non può, da un giorno all' altro, licenziare i suoi operai. 
In realtè, però, c'è chi vede in questa mossa del Lingotto la volontà di svincolarsi dall'Italia. Diventa ancora meno probabile che, qualora si scegliesse di creare nuovi posti di lavoro, verrebbe scelto proprio il Bel Paese per investire. 
Le motivazioni di FCA da un punto di vista meramente economico sono tutt'altro che criticabili: chi, potendo scegliere, deciderebbe di pagare più tasse? non vi è più alcuna convenienza, per chi può espatriare, a rimanere in Italia: non siamo più una nazione ottimale per un'azienda che vuole essere competitiva sul mercato. 
Da un punto di vista di "etica", un problema però sorge: a causa delle molte migliaia di persone impiegate, Fiat è stata per anni supportata dallo Stato tramite facilitazioni fiscali, casse integrazioni e aiuti di vario genere, dovuti a crisi temporanee di durata più o meno lunga. 
Una possibile critica è che. con questa manovra di "espatrio", non soltanto legale ma anche a livello di investimenti, il Lingotto rinnega ogni aiuto ricevuto dal nostro Paese. Aiuti che ha potuto ricevere grazie alla tasse pagate da cittadini italiani, che non hanno mai potuto trasferire il proprio domicilio fiscale all'estero.

1 commento:

  1. PS...quest'anno non ci saranno dividendi per gli azionisti di fca, la società ha un utile inferiore alle attese e non verrà distribuito.
    PPS: Con quel nuovo logo li.., non penso ci saranno dividendi nemmeno per gli anni a venire...:)

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