martedì 14 gennaio 2014

Il rapporto debito/PIL


La sostenibilità di un debito dipende da quanto è grande quest' ultimo rispetto al reddito. Si pensi a una persona che guadagna 1.000€ al mese. Con un reddito del genere un mutuo da 200.000€ non è sostenibile. Lo sarà invece per una famiglia con un reddito mensile di, mettiamo, 6000€.

Questo esempio introduttivo fa notare come, per valutare la capacità di un paese
di ripagare il proprio debito non bisogna guardare alla quantità nominale del debito, ma vederlo in rapporto con il PIL della nazione. Più il rapporto debito/PIL è alto più il paese è in difficoltà nel pagare i propri debiti.

Dal seguente grafico possiamo vedere come è aumentato il rapporto nei primi 3 anni della crisi mondiale:

Ad inizio 2008 il debito era leggermente più grande del PIL, la situazione era ancora pressochè stabile. Nel 2009 ha avuto un' impennata, a causa dell' aumento dei tassi che hanno fatto aumentare il debito, oltre che alla recessione, che ha fatto diminuire il PIL. A fine 2010 il debito, come possiamo vedere è uguale a più di 1,2 volte il PIL (sei quinti di esso!!). E' ovvio che l' Italia non si trova in una situazione rosea.
Per tentare di arginare il problema della crescita di questo rapporto i governi hanno attuato politiche fiscali restrittive:
  1. Alta pressione fiscale sulle famiglie. risultato: minor reddito disponibile, calo dei consumi, meno fatturato per le aziende.
  2. Alta pressione fiscale sulle imprese. risultato: no possibilità di investimento, no nuove assunzioni, disoccupazione giovanile, molte aziende che non riescono a pagare le tasse chiudono (poi spiegheremo la dinamica)
  3. Tagli alla spesa pubblica. Nonostante le tasse sempre più alte anche i servizi sono stati tagliati. Risultato: strade da terzo mondo, welfare state sempre meno funzionante, eccessivo affidamento all' associazionismo anche per servizi necessari alla collettività (soccorso, difesa, servizi sociali...).Diminuzione diretta del Pil: lo stato, spendendo meno denaro, da lavoro a meno persone e, così facendo, immette nell' economia meno soldi.
E' importante, per ogni cambiamento macroeconomico (in questo caso delle manovre attuate dai governi) iniziare a capire gli effetti che ha, desiderati e non.
Questi sono soltanto alcuni dei molteplici e complessi effetti che una politica fiscale restrittiva può avere sullo stato di una nazione. Possiamo quindi affermare che una manovra di questo tipo PUO' portare a una diminuzione del debito pubblico (nel caso i cui i tassi non crescano), ma porta SICURAMENTE a una riduzione del PIL.


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