mercoledì 1 aprile 2015

IL QUANTITATIVE EASING, IN PAROLE SEMPLICI

In questo ultimo periodo si è parlato molto di Quantitative Easing, la mossa di Draghi e della Bce per stimolare la crescita economica, vicina allo zero in molti paesi europei. Andiamo a vedere di cosa si tratta e a che cosa serve.


Il Quantitative Easing, letteralmente “alleggerimento quantitativo”, è il processo di acquisto programmato di titoli finanziari (in particolare di bond, cioè di obbligazioni) negoziati sul mercato, allo scopo di immettere, a intervalli regolari, liquidità sul mercato.

Lo scopo è, appunto, quello di ampliare la quantità di moneta in circolazione (in questo caso di Euro). È una misura già adottata dalla Federal Reserve statunitense, ma anche dalle banche centrali britannica e giapponese.
Il volume complessivo della manovra (divisa in più acquisti qui al 2016), sarà di circa mille miliardi di euro. Verranno acquistati titoli di stato dell’Unione Europea a media e lunga scadenza.

PRIMO EFFETTO (certo): ABBASSAMENTO DEI TASSI
Se la BCE acquista in massa i titoli e il volume della manovra è tanto alto da influire notevolmente sulla domanda totale di questi ultimi. Questo contribuirà (di sicuro) a far abbassare i tassi di interesse richiesti dagli investitori per acquistare bond governativi, dando un immediato beneficio agli stati membri, i quali dovranno pagare interessi inferiori, con un effetto positivo sul debito pubblico (vedi articolo sul debito pubblico).  

SECONDO EFFETTO (sperato): PIU’ PRESTITI
Altro obiettivo del QE è quello di fornire denaro liquido per foraggiare i prestiti concessi dalle banche. La banca centrale compra i titoli di stato anche dalle banche europee, che ne detengono in grande quantità. Questo potrebbe avere effetti positivi sul sistema creditizio nel senso che, vedendo i loro titoli trasformati in denaro liquido, gli istituti di credito dovrebbero (secondo gli artefici della misura), concedere più prestiti a famiglie e imprese, incrementando i consumi. In realtà molti sono scettici riguardo a tale effetto perché, pur avendo più liquidità, non è detto che le banche aumenteranno i prestiti in maniera così ampia da influenzare la situazione economica generale.
Per essere chiari, in paesi come quelli mediterranei, dove molti giovani guadagnano, a occhio, la metà dei loro genitori (che comunque in media non se la passano così bene), e magari per come fanno a chiedere il mutuo? E se le aziende non lavorano, o non vengono pagate dai clienti, come fanno a risultare solvibili? In situazioni del genere la banca non potrebbe, comunque, concedere prestiti.
Inoltre le banche potrebbero anche attuare comportamenti opportunistici, non aumentando i prestiti neanche se vi sarebbero le condizioni, e facendo moltissimi profitti sulla vendita dei titoli alla BCE. Da ciò deriva l’opinione di alcuni che tale operazione sia “l’ennesimo regalo alle banche”.

TERZO EFFETTO (sperato): PIU’ INVESTIMENTI IN BORSA
Come già detto, il QE farà scendere i rendimenti dei titoli di stato, e salire i loro prezzi. Le famiglie detentrici di bond emessi in passato potranno venderli a un prezzo maggiore di quello di acquisto, ottenendo un guadagno netto. La maggior ricchezza così generata (questa è la speranza), potrà essere investita in attività rischiose, come le azioni rese appetibili anche dal fatto che i rendimenti sui titoli non rischiosi (titoli di stato) nel mentre si sono abbassati. Investendo sui mercati, comprando azioni e obbligazioni di società, gli investitori finanzieranno le aziende, dando un impulso all’economia reale.

QUARTO EFFETTO (sperato): PIU’ CONSUMI
I risparmiatori, grazie all’aumento di ricchezza, sarebbero più invogliati a consumare.


Il fine ultimo del Quantitative Easing è quello di limitare il rischio deflazione (abbassamento generale del livello dei prezzi), pericoloso per l’economia in quanto porta a meno consumi e una più alta disoccupazione (argomento di cui parleremo).

Il dibattito sull’argomento è molto fervente da economisti e politici di tutta Europa. La decisione ormai è presa e in parte attuata, perciò noi non possiamo fare altro che stare a vedere, sperando che la misura funzioni. 

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