In questo ultimo periodo si è
parlato molto di Quantitative Easing, la mossa di Draghi e della Bce per stimolare
la crescita economica, vicina allo zero in molti paesi europei. Andiamo a
vedere di cosa si tratta e a che cosa serve.
Il Quantitative Easing,
letteralmente “alleggerimento
quantitativo”, è il processo di acquisto
programmato di titoli finanziari (in particolare di bond, cioè di obbligazioni)
negoziati sul mercato, allo scopo di immettere, a intervalli regolari,
liquidità sul mercato.
Lo scopo è, appunto, quello di
ampliare la quantità di moneta in circolazione (in questo caso di Euro). È una
misura già adottata dalla Federal Reserve statunitense, ma anche dalle banche
centrali britannica e giapponese.
Il volume complessivo della
manovra (divisa in più acquisti qui al 2016), sarà di circa mille miliardi di
euro. Verranno acquistati titoli di stato dell’Unione Europea a media e lunga
scadenza.
PRIMO EFFETTO (certo):
ABBASSAMENTO DEI TASSI
Se la BCE acquista in massa i
titoli e il volume della manovra è tanto alto da influire notevolmente sulla
domanda totale di questi ultimi. Questo contribuirà (di sicuro) a far abbassare
i tassi di interesse richiesti dagli investitori per acquistare bond
governativi, dando un immediato beneficio agli stati membri, i quali dovranno
pagare interessi inferiori, con un effetto positivo sul debito pubblico (vedi articolo
sul debito pubblico).
SECONDO EFFETTO (sperato): PIU’
PRESTITI
Altro obiettivo del QE è quello
di fornire denaro liquido per foraggiare i prestiti concessi dalle banche. La
banca centrale compra i titoli di stato anche dalle banche europee, che ne detengono
in grande quantità. Questo potrebbe avere effetti positivi sul sistema creditizio nel senso che, vedendo i
loro titoli trasformati in denaro liquido, gli istituti di credito dovrebbero
(secondo gli artefici della misura), concedere più prestiti a famiglie e
imprese, incrementando i consumi. In realtà molti sono scettici riguardo a tale
effetto perché, pur avendo più liquidità, non è detto che le banche
aumenteranno i prestiti in maniera così ampia da influenzare la situazione
economica generale.
Per essere chiari, in paesi come
quelli mediterranei, dove molti giovani guadagnano, a occhio, la metà dei loro
genitori (che comunque in media non se la passano così bene), e magari per come
fanno a chiedere il mutuo? E se le aziende non lavorano, o non vengono pagate
dai clienti, come fanno a risultare solvibili? In situazioni del genere la
banca non potrebbe, comunque, concedere prestiti.
Inoltre le banche potrebbero
anche attuare comportamenti opportunistici, non aumentando i prestiti neanche
se vi sarebbero le condizioni, e facendo moltissimi profitti sulla vendita dei
titoli alla BCE. Da ciò deriva l’opinione di alcuni che tale operazione sia “l’ennesimo
regalo alle banche”.
TERZO EFFETTO (sperato): PIU’
INVESTIMENTI IN BORSA
Come già detto, il QE farà
scendere i rendimenti dei titoli di stato, e salire i loro prezzi. Le famiglie
detentrici di bond emessi in passato potranno venderli a un prezzo maggiore di
quello di acquisto, ottenendo un guadagno netto. La maggior ricchezza così
generata (questa è la speranza), potrà essere investita in attività rischiose,
come le azioni rese appetibili anche dal fatto che i rendimenti sui titoli non
rischiosi (titoli di stato) nel mentre si sono abbassati. Investendo sui
mercati, comprando azioni e obbligazioni di società, gli investitori finanzieranno
le aziende, dando un impulso all’economia reale.
QUARTO EFFETTO (sperato): PIU’
CONSUMI
I risparmiatori, grazie all’aumento
di ricchezza, sarebbero più invogliati a consumare.
Il fine ultimo del Quantitative
Easing è quello di limitare il rischio deflazione (abbassamento generale del
livello dei prezzi), pericoloso per l’economia in quanto porta a meno consumi e
una più alta disoccupazione (argomento di cui parleremo).
Il dibattito sull’argomento è
molto fervente da economisti e politici di tutta Europa. La decisione ormai è
presa e in parte attuata, perciò noi non possiamo fare altro che stare a
vedere, sperando che la misura funzioni.
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