domenica 29 novembre 2015

TRADING ONLINE: VANTAGGI E RISCHI

Da qualche anno a questa parte il web è invaso da banner pubblicitari che recitano: “guadagna un secondo stipendio usando solo il tuo computer”, “fai soldi facili e senza fatica”…
Solitamente, queste inserzioni si riferiscono a servizi di trading on line: piattaforme che, grazie all’utilizzo della rete, permettono di negoziare strumenti finanziari tramite il solo utilizzo di devices quali pc, smartphone o tablets.

Semplificando in maniera estrema, tramite questi siti o app si possono acquistare azioni, valute, titoli derivati, materie prime (come petrolio, oro, etc…). Lo scopo è molto semplice: il trader ha l’obiettivo di acquistare uno strumento finanziario ad un prezzo, per poi rivenderlo ad un prezzo maggiore, ottenendo un profitto netto.
Questo è esattamente il funzionamento della negoziazione in borsa a fine speculativo: oggi acquisto 100€ di azioni della società XYZ, quando il loro valore sarà cresciuto dell’1%, vendo le azioni e ho un profitto lordo di 1€.

COSA CI GUADAGNA CHI OFFRE QUESTO TIPO DI SERVIZI?
Sappiamo che nessun servizio sarà mai gratuito: da qualche parte, chi lo offre, ci dovrà guadagnare.
Anche in questo caso è così. Usufruendo di un servizio di questo tipo, dovrò pagare delle commissioni di intermediazione. Tali commissioni possono essere calcolate come percentuale su ogni operazione (sia di acquisto che di vendita), oppure fisse, ad. esempio: 1€ ad operazione.
“Ma solo un euro, è una spesa sopportabile…” direte voi. Certo! Ma, vediamo sull’esempio precedente, utilizzando una commissione fissa di 1€, per semplificare:
Avete speso 100€, ma per avere in realtà 99€ di azioni. Il valore delle azioni è salito dell’1%, 100€ di azione ora valgono 101. Ma voi ne avevate 99€. E il 101% di 99 è 99.99. Già ci avreste perso. Ora, però, abbiamo detto che dobbiamo applicare la commissione anche sulla vendita. 99.99 – 1 = 98.99€.
Cosa dimostra il nostro esempio? Che, anche se un titolo aumenta di valore, questo non è sufficiente perché chi l’ha acquistato prima dell’aumento, e lo venda dopo di esso, ci guadagni. Ci guadagnerà soltanto se l’aumento di valore del titolo è stato tale da “coprire” le commissioni di acquisto e vendita e “avanzare” anche un pochino di profitto.
Nel nostro caso, se la quotazione della società XYZ fosse aumentata del 5% anziché dell’1 avremmo avuto:
99 x 105% = 103,95, che, tolta la commissione di vendita, fanno 102, 95. Quindi, 102,95 – 100 (che avevo speso) = 2,95€ di profitto.
Ora ho 2,95€ più di prima? La risposta è dipende. Posso scegliere di non dichiararli, e allora sì, ho 2,95 di utile netto. Però, un po’ per senso civico, un po’ perché “non mi beccano, ma se mi beccano…” io li dichiarerei. Chiaramente, pagandoci un’imposta avrò sempre un utile, che però è più basso di quello lordo perché dovrò sottrarvi delle imposte (indipendentemente dall’aliquota applicata, non andrò mai in perdita per le imposte, ma il mio utile si abbasserà di sicuro).
Al che, immagino voi direte “bè, basta aspettare che il valore dell’azione salga di più, come nel secondo caso, quando aumenta del 5%”. Giustissimo. Ma la probabilità che ciò avvenga è inferiore e, salvo notizie ottime e impreviste per l’impresa XYZ, ci vorrebbe molto più tempo di quello che l’azione ci metterebbe a salire dell’1%.
Inoltre, (sempre dagli esempi precedenti), se compro un’azione e, subito dopo, la rivendo (il valore di mercato non è cambiato), avrò:
100€ - 1€ di commissione di acuisto – 1€ di commissione di vendita = 98€. È come se partissi in perdita, e per ottenere un utile devo prima raggiungere la parità, e poi superarla.




COSA SONO I CFD? E LA LEVA FINANZIARIA?
Per introdurre l’argomento abbiamo detto che sulle piattaforme di trading si negoziano strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, materie prime, derivati. In realtà, la maggior parte dei broker online di cui si legge sulla rete negoziano in CFD. I CFD (contratti per differenza) sono prodotti che utilizzano l’EFFETTO LEVA. Cosa cambia dal negoziare lo strumento? Cambia per due motivi:
-        MAGGIORE DIVISIBILITA’ DEGLI INVESTIMENTI: con quantità minori di capitale, è possibile negoziare più strumenti. Un CFD su un’azione può costare molto meno dello strumento sottostante. Esempio con valori a caso: un’azione della soc. XYZ costa 100, se voglio comprare un CFD su quell’azione spendo 12. Se ho a disposizione 100€, quindi, potro acquistare più CFD, anziché una sola azione.

-        LEVA FINANZIARIA: La leva è uno strumento che vi offre un'elevata esposizione su un mercato finanziario a fronte di un investimento anche modesto di capitale. Ciò significa che
Quando investite in un prodotto a leva, il provider vi chiederà di versare solo una piccola parte del valore totale della vostra posizione. In realtà, il provider mette la parte restante del capitale.
Il vostro profitto o la vostra perdita si basa però sull'intero valore della vostra posizione. Per cui la somma che guadagnate o perdete potrebbe sembrare molto elevata in rapporto alla somma investita. Potrebbe addirittura superare il vostro esborso iniziale.
Esempio: (ragioniamo come se non ci fossero commissioni).
La leva è 1:10. Significa che, per 100€ che investite, il provider ne mette 900. Quindi è come se la vostra posizione fosse di 1000€. Se il valore dell’azione sale dell’1%, il valore della vostra posizione sale dell’1% di 1000, che sono 10€. Grazie alla leva, se vendete, avrete quindi un profitto di 10€, mentre se con quei 100 aveste acquistato un’azione in borsa sarebbe stato solo di 1€. Ma che bello! Allora conviene!
Peccato, però, che il discorso valga anche per le perdite. Avete investito 100, con leva 1:10. Ciò significa che se il valore scende dell’1% perdete 10€, e non 1.
L’obiezione più ovvia è che, per non incorrere in perdite, si mantenga la posizione fino a che il valore dell’azione non abbia superato quello di apertura. (Se anche scendesse a 50, potrei aspettare 1 giorno, un mese, un anno o 10 fino a che non sia risalita a 101, e ci avrei guadagnato). Ma con i CFD ciò non è possibile: per ogni posizione aperta esiste infatti un margine di mantenimento. Esso funge da garanzia per il provider e, se il valore della posizione scende sotto tale margine, essa verrà immediatamente chiusa, facendovi incorrere in una perdita. Questo è il maggior “contro” del trading online.
Il rischio, già elevato nel mercato azionario, è moltiplicato in funzione della leva finanziaria: essa mi darà profitti e perdite amplificati: moltiplicati per il suo valore: leva 1:10 => profitti e perdite moltiplicati per 10.

IN CONCLUSIONE
Il trading online in CFD permette di fare grandi profitti in poco tempo…ma anche grandi perdite! Se non siete operatori professionisti non investite mai grandi quantità di denaro! Ovviamente, la definizione di “grande quantità” è molto diversa a seconda della vostra disponibilità. Io suggerisco di prenderlo come un “gioco d’azzardo”. Alcuni provider permettono di iniziare a fare trading con somme modeste, 100 o 200€. Io per ora ne ho messi 100, ed ho quasi raddoppiato. Ma questo risultato è una media: su posizioni chiuse molto bene, ne ho chiuse altre molto male. Il mese prossimo potrei aver raddoppiato di nuovo, oppure aver perso tutto.








1 commento:

  1. L'opzione binaria, il Forex e i loro simili sono un mezzo per fare soldi ma è più simile al gioco d'azzardo. Non ci sono mezzi sicuri per garantire che una persona possa trarre profitto con loro ed è per questo che si può anche ragionare come una truffa. Non dimentichiamo che alcune persone ti danno addirittura il 💯% di garanzia di realizzare profitti e finiscono per scappare con i tuoi soldi. Internet oggi è pieno di truffe di recupero di opzioni binarie, vedi così tante testimonianze condivise su come un'azienda o una società le hanno aiutate a recuperare ciò che hanno perso con le opzioni binarie. Ma credici, è solo un modo per attirare più persone e finire per truffarle.

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