venerdì 15 maggio 2015

COS'E' LA BUONA SCUOLA DI RENZI? #LABUONASCUOLA

La Riforma della Scuola del Governo Renzi è già stata a grandi linee elaborata e, se passerà in Parlamento, diventerà legge. Da quel momento in poi verranno effettuati i decreti attuativi, che stabiliranno effettivamente i criteri di applicazione della nuova legge. 

Qui sotto, in giallo, il contenuto del pdf del Governo, disponibile al link http://passodopopasso.italia.it/wp-content/uploads/La-BUONA-SCUOLA_-12-punti.pdf.

1. MAI PIÙ PRECARI NELLA SCUOLA Un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le Graduatorie ad Esaurimento.

2. DAL 2016 SI ENTRA SOLO PER CONCORSO 40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzione. Mai più ‘liste d’attesa’ che durano decenni.

3. BASTA SUPPLENZE Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.

4. LA SCUOLA FA CARRIERA: QUALITÀ, VALUTAZIONE E MERITO Scatti, si cambia: ogni 3 anni 2 prof. su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più grazie ad una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento.

5. LA SCUOLA SI AGGIORNA: FORMAZIONE E INNOVAZIONE Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari. Per valorizzare i nuovi Don Milani, Montessori e Malaguzzi.

6. SCUOLA DI VETRO: DATI E PROFILI ONLINE Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.

7. SBLOCCA SCUOLA Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola. Per abolirle tutte.

8. LA SCUOLA DIGITALE Piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi. Disegnare insieme i nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi.

9. CULTURA IN CORPORE SANO Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, per scommettere sui punti di forza dell’Italia.

10. LE NUOVE ALFABETIZZAZIONI Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. Competenze digitali: coding e pensiero computazionale nella primaria e piano “Digital Makers” nella secondaria. Diffusione dello studio dei principi dell’Economia in tutte le secondarie.

11. FONDATA SUL LAVORO Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.

12. LA SCUOLA PER TUTTI, TUTTI PER LA SCUOLA Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.



Da subito non sono mancate le proteste di studenti e docenti e di quelli che Renzi definisce "gufi". I due principali motivi di tale malcontento sono:

  Il preside-manager: Viene contestato il potere assegnato ai dirigenti scolastici di assumere i docenti direttamente, attingendo da un apposito albo. Secondo i sindacati, la norma è anticostituzionale, in considerazione del fatto che l'art. 97 della Costituzione sancisce che nella Pubblica Amministrazione si accede per concorso. Inoltre, il preside potrà esprimere giudizi sugli insegnanti. Anche questo punto ha suscitato scalpore, in questo caso non giustificato: non è forse vero che qualsiasi lavoratore dipendente “subisce” una valutazione da parte del superiore? E che in base a questa avrà delle implicazioni per quanto riguarda la propria carriera? Questo è, sicuramente, il punto meno contestabile della riforma. Chiaramente ci vorrà un sistema di controllo dell’operato dei presidi, non ancora pensato. Un sistema a premi anche per loro non sarebbe male.

Il taglio di risorse per la scuola pubblica e il finanziamento alla scuola privata. Gli annunciati finanziamenti alla scuola pubblica in materia di sicurezza degli edifici e l'introduzione di nuove tecnologie rimangono sulla carta, non essendoci traccia di questi nel ddl. Previsto, invece, lo sgravio fiscale per coloro che decideranno di iscrivere i propri figli alle scuole paritarie. Tale misura, comunque discutibile, va interpretata da un punti di vista di efficienza economica: come è noto, la legge della domanda e dell’offerta implica che, alla diminuzione del prezzo di un bene o di un servizio, più persone sceglieranno di acquistare quel bene o servizio, rispetto ad un altro. Introducendo questo sistema, l’obiettivo è quello di “convincere” più persone ad iscrivere i propri figli alle scuole paritarie perché si vuole risparmiare sul numero di alunni nelle pubbliche: mettiamo che gli sgravi fiscali per famiglia siano di 1000 euro l’anno per chi manda i figli alle private, questi sgravi costano comunque allo Stato meno che se il ragazzo andasse in una pubblica, dove si spenderebbero magari 2000 euro per un anno di frequenza. In Lombardia esiste già da anni un bonus di 1000 euro l’anno per chi frequenta istituzioni scolastiche paritarie, pensato proprio in quest’ottica. Questa misura è ritenuta da molti incostituzionale, perché, secondo l’art. 33 della Costituzione:

“L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. E` prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.” 

Mentre l'art. 34 recita:
La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”




I sindacati e gli studenti sono già scesi in piazza il 5 maggio per protestare, ma ci si aspettano altre manifestazioni. Non mancano i punti che trovano gli alunni a favore, come il più facile inserimento nel mercato del lavoro grazie agli stage. Ora si può solo attendere che il Parlamento scelga le eventuali modifiche da apportare al disegno di legge e la probabile approvazione. 

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